Navigatore e conquistatore portoghese. Trascorse l'infanzia
e l'adolescenza alla corte di Alfonso V, divenendo quindi scudiere di Giovanni
II. Dopo aver partecipato alla spedizione di Bartolomeo Díaz al Capo di
Buona Speranza nel 1486, nel 1508 fu inviato sulla costa del Malabar da re
Manuel I con l'ordine di sostituire nel comando il viceré delle Indie
Francisco de Almeida; questi tuttavia rifiutò di riconoscerlo e lo
imprigionò nella fortezza di Cananor, a Nord di Calicut. Liberato da una
flotta portoghese
A. poté assumere il governo. Nel 1510 si
impadronì di Goa, mentre nel 1511 con la conquista dell'intera isola di
Ceylon e di Malacca (l'odierna Singapore) si procurò la sottomissione di
numerose isole malesi fra cui Giava e Sumatra. Impossessatosi nel 1513 del porto
di Hormuz,
A. poté garantire al suo Paese il controllo delle vie
commerciali che dall'India portavano alla Persia e da qui, attraverso la
Mesopotamia, giungevano fino al Mediterraneo. Nonostante avesse fallito
nell'intento di impadronirsi di Calicut e di Aden, nel 1513
A.
cercò di penetrare nel Mar Rosso e di allearsi con il re cristiano
d'Abissinia con l'obiettivo irraggiungibile di innalzare dighe capaci di deviare
il corso del Nilo verso il Mar Rosso per trasformare l'Egitto in deserto e
assestare un colpo mortale ai Musulmani. Accuse infondate e abili intrighi lo
fecero però cadere in disgrazia presso il re, il quale ordinò la
sua sostituzione nell'alto incarico; il dispiacere di abbandonare il comando del
vasto vicereame portò
A. alla morte. Fondatore della potenza
portoghese nelle Indie,
A. ricoprì un importante ruolo anche nel
panorama della letteratura lusitana, non solo per la sua partecipazione come
poeta al
Canzoniere di Resende (1516), ma soprattutto per le
Lettere
al re di Portogallo che, pubblicate solamente nel 1884, offrirono una
fondamentale testimonianza del colonialismo portoghese (Alhandra 1453 - Goa
1515).